sabato 1 gennaio 2011

INSIEME PER FARE RINASCERE LE TERME DI ACIREALE

Martedì 7 dicembre 2010 la cittadinanza di Acireale a mezzo inviti e manifesti è stata convocata presso la sala Conferenze della parrocchia S. Paolo di Acireale per discutere del declino della principale azienda pubblica della città, una volta motore economico e culturale di tutto il territorio. Argomento principe della discussione il degrado in cui versano attualmente gli impianti termali ad Acireale e in tutta la Sicilia. Con la legge regionale n.10 del '99 la Regione aveva decretato, infatti, la privatizzazione delle Terme di Acireale e di Sciacca, una volta promotrici di attività economiche e culturali di alto livello. Il termalismo acese dalla metà dell’Ottocento e fino agli anni ’70, raggiungeva un vasto bacino di utenti di ogni ceto sociale provenienti da buona parte del territorio nazionale e anche dall'estero, rispondendo non solo alle esigenze terapeutiche, ma offrendo importanti eventi culturali che si integravano allora con una raffinata offerta turistica. Non dimentichiamo che dal 1967 e fino al 1989 Acireale fu sede di una Rassegna di Arte contemporanea Acireale turistico-termale, promossa dall'allora direttore delle Terme, dott. Grassi Leanza, tra le più vive nel territorio italiano, in tempi in cui pochi erano in grado di comprendere il potenziale creativo degli artisti contemporanei. Oggi, a più di dieci anni dalla legge, l'obiettivo della privatizzazione è fallito, le Terme di Acireale sono state smantellate e sono a un passo dal fallimento totale, nonostante la rilevanza del loro patrimonio immobiliare, compreso il bacino delle acque termali cui attingevano. Molti nel tempo hanno stigmatizzato gli sprechi e la cattiva gestione dell'Ente Terme, ma fino ad ora nessuna aggregazione di cittadini si era mossa nell’ottica della difesa del benessere della città e del territorio, per intervenire dal basso contro il rischio di distruzione di un vasto patrimonio che a tutti appartiene. Le Terme infatti sono o, meglio, erano il più cospicuo patrimonio immobiliare pubblico della città di Acireale. L'ultimo atto dello scempio è stato nello scorso anno la nomina di un commissario liquidatore.
Nei primi giorni del dicembre 2010 invece, un gruppetto di cittadini convoca un pubblica conferenza-dibattito per affermare che far rinascere le Terme di Acireale è possibile. Al tavolo il deputato nazionale del PD, on. Giuseppe Beretta, il segretario provinciale Luca Spadaro, il capogruppo PD locale, Giuseppe Cicala, il segretario del circolo Pd di Acireale, Antonio Raciti, in base ai documenti in loro possesso, hanno analizzato e denunciato la realtà dei fatti. Tra gli intervenuti nel corso del dibattito, Salvatore La Rosa ha sottolineato come molto grave la decisione di vendere a privati non bene individuabili non solo le strutture di cura e alberghiere delle Terme, ma anche la concessione delle acque, bene prezioso della città da più di un secolo e donato per intero al comune dal Barone Agostino Pennisi di Floristella negli anni Cinquanta. Su quanti ricade la responsabilità della crisi irreversibile delle Terme, che pure si erano dotate di nuovissimi impianti? Il personale delle Terme, medico, paramedico e amministrativo, allo scopo di evitare lo scandalo dei licenziamenti di massa, è stato via via disperso in varie amministrazioni in cui, senza possedere alcuna competenza, ormai staziona praticamente inattivo e a spese della Regione, cioè di tutti i cittadini. Di contro, da tempo sono state date a varie strutture private che operano all'insaputa di tutti, o quasi, nella stessa via delle Terme, là dove sono allocati gli stabilimenti termali dismessi, le concessioni per l'uso delle acque. Pochissimi tra i presenti sapevano che oggi una SRL offre al territorio cure e prodotti con il logo delle Terme di Acireale. Chi ha lucrato e lucra su tutto questo? La conclusione amara di La Rosa è che dopo più di 2000 anni (esiste ancora per fortuna il sito archeologico di Santa Venera al pozzo, impianto termale di greci e romani transitati da queste parti, in piena funzione fino a tutto il medioevo, con impianti di calidarium e tepidarium ancora ben conservati a cura della Soprintendenza ai Beni culturali)la nostra generazione è riuscita a distruggere la realtà termale nel territorio del nostro Comune. Gli ambiti entro cui si dovrebbe muovere il Comitato nascente, già ricco di autorevoli adesioni, sono: terme, viabilità, cultura, turismo, sviluppo agricolo, occupazione; a patto, però, di difendere attivamente il patrimonio pubblico da malversazioni e speculazioni indegne e di tenere presenti le buone pratiche degli impianti termali che ben funzionano in tutto il restante territorio nazionale e che da tempo attingono, al contrario delle terme di Acireale, ai Fondi europei in scadenza nel prossimo 2013.
Intanto, nonostante le resistenze degli agenti liquidatori nel fornire la documentazione richiesta, gli organizzatori della tavola rotonda hanno fornito al pubblico una sufficiente quantità di informazioni su ciò che riguarda direttamente i cittadini: il patrimonio termale della città, il benessere delle presenti e quello delle future generazioni, già purtroppo fortemente compromesso, oltre che dalle malversazioni locali, da decisioni prese nelle alte sfere del governo nazionale. sembra sia arrivato il momente che i cittadini di Acireale si sentano pronti ad assumersi la responsabilità di intervenire direttamente, come controllori di pubblici amministratori e di politici, ma soprattutto come animatori di progetti largamente condivisi nel pubblico e nel sociale.

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