sabato 30 gennaio 2010

INTERROGHIAMOCI

Cosa dire del progetto di riforma della scuola Secondaria superiore italiana in via di approvazione e di definizione, nei programmi e negli orari, ad opera della maggioranza di governo? Che dire della riduzione del monte ore nei vari ordini di scuola, con la pretesa di semplificare (?) il percorso dell'apprendimento "superiore" e l'inconfessato, ma evidente intento di "fare cassa", a discapito del funzionamento effettivo della scuola, della dignità dei docenti e della loro aspettativa di lavoro; a discapito dello spessore della formazione degli studenti, deprivati già da prima di risorse effettive, in termini di tempi, di metodi, di contenuti e strutture, e destinati, da qui a poco, a rassegnarsi per legge a un rapporto docenti/alunni di 1 a 30/35?
Cosa ne pensano i genitori?
Come mai tutto tace e non si organizza un vero e proprio movimento di resistenza civile, fermo e deciso nel rivendicare il rispetto della Costituzione?

Articolo 1- L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Costituzione italiana, fondata sul lavoro e i lavoratori, non i manager e i politicanti; su diritti inalienabili, tra cui la formazione, su cittadini che partecipano e che costruiscono il loro futuro, sostenuti e garantiti dallo stato democratico. Ma è ancora uno stato democratico il nostro?

I cittadini italiani, con lavoro o senza, sanno difendere i diritti proclamati sulla Carta costituzionale? Sanno difendersi dal parassitismo politico che invoca tagli e sacrifici a svantaggio dei più deboli (vedi i bambini e i giovani che non possono accedere all’istruzione privata a pagamento) e non programma tagli alle spese ingenti della macchina della politica? Sanno riconoscere e rifiutare la propaganda populista?

Articolo 3 -Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Dove sono oggi la pari dignità sociale e l’uguaglianza senza distinzioni di tutti i cittadini di fronte alla legge?
C’è qualcuno che sa come rendere effettiva la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale, ostacoli oggi denunciati come effetto della crisi globale, per ridurre noi e i nostri figli al rango di pecore impaurite e devote ai capi? Forse si dovrebbe riformare questo articolo aggiungendo a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”, “gli ostacoli di ordine politico e criminale” che limitando di fatto ecc.

Articolo 9 -La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Se si demolisce la scuola come centro e laboratorio di formazione (in essa ci sono ancora reali eccellenze, come ci sono guasti da controllare rigorosamente e da eliminare), quale “sviluppo della cultura, della ricerca”, quale “difesa dell’ambiente” si possono promuovere?
E per l’ambiente, se non c’è un’inversione di tendenza rispetto al “tutto e subito” dell’edonismo imperante, del feticismo degli oggetti indotto dal mercato attraverso il dominio degli spot, quale ritorno alle attività produttive non finalizzate allo spreco, al consumo irrazionale, all’inquinamento, ma aderenti ai bisogni e alle vocazioni di ciascun territorio, potrà esserci?
L’agricoltura di qualità, la valorizzazione del lavoro, del mercato reale, la ricerca scientifica innovativa su materiali ed energia oggi non solo sono possibili, ma già esistono come spazi definiti di eccellenza, che ricorrono a personale altamente qualificato. Le industrie che soffocano, imbruttiscono e immobilizzano le nostre città possono essere riconvertite in un lasso di tempo accettabile.
É possibile costruire nuova occupazione, se si ha il coraggio di potenziare il livello della formazione per costruire una società più vivibile e meno corrotta, e persino per progettare un’Europa dei popoli e della giustizia. Ma, con quale progetto, sin dai primi anni di vita dei cittadini, con quale scuola?