venerdì 29 aprile 2011

BISOGNO DI INNOCENZA

Molto di ciò che sta accadendo, tra catastrofi minimizzate o frettolosamente archiviate dai mezzi di informazione; tra menzogne e volgarità di ogni tipo e tradimenti della politica, palestra di abissali incompetenze e di voracità privata, mi spinge a cercare tra i miei libri un antidoto. Voglio riportare all’attenzione di chi si lascia distrarre dalle contingenti miserie quotidiane che occupano invariabilmente le prime pagine dei giornali e dei media, le vittime innocenti (creature umane, tra cui tanti bambini, animali di tutte le specie) dell’uranio impoverito, disseminato in territori italiani, come la Sardegna, attraverso finte esercitazioni militari e in tutti gli scenari di guerra attraverso proiettili e missili a corta e lunga gittata. Il mio antidoto oggi è la scrittrice più innocente e visionaria del Novecento, Anna Maria Ortese (1914-1989).
http://rebstein.wordpress.com/category/anna-maria-ortese/

C’è un mondo vecchio, fondato sullo sfruttamento della natura madre, sul disordine della natura umana, sulla certezza che di sacro non vi è nulla. Io rispondo che tutto è divino e intoccabile; e più sacri di ogni cosa sono le sorgenti, le nubi, i boschi e i loro piccoli abitanti. E l’uomo non può trasformare questo in scatolame e merce, ma deve vivere ed essere felice con altri sistemi, d’intelligenza e di pace, accanto a queste forme celesti. Che queste sono le guerre perdute per pura cupidigia: i paesi senza più boschi e torrenti, e le città senza più bambini amati e vecchi sereni, e donne al di sopra dell’utile. Io auspico un mondo innocente. So che è impossibile, perché una volta, in tempi senza tempo e fuori dalla nostra possibilità di storicizzare e ricordare, l’anima dell’uomo perse una guerra. Qui mi aiuta Milton, e tutto ciò che ho appreso dalla letteratura della visione e della severità. Vivere non significa consumare, e il corpo umano non è luogo assoluto di privilegi.(…) Noi oggi temiamo la guerra e l’atomica. Ma chi perde ogni giorno il suo respiro e la sua felicità, per consentire alle grandi maggioranze umane un estremo abuso di respiro e di felicità fondati sulla distruzione planetaria dei muti e dei deboli – che sono tutte le altre specie – può forse temere la fine di tutto? Quando la pace e il diritto non saranno solo per una parte dei viventi, e non vorranno dire solo la felicità e il diritto di una parte, e il consumo spietato di tutto il resto, solo allora, quando la pace del fiume e dell’uccello sarà possibile, saranno possibili, facili come un sorriso, anche la pace e la vera sicurezza dell’uomo. Da Corpo celeste, Adelphi, 1997

Consiglio la visione del seguente filmato.
http://www.youtube.com/watch?v=-kNVWIdWpG0&feature=fvst

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